29 giugno 2018

Creme solari, allarme tumori e sterilità!

Похожее изображение        I solari, gli oli e le creme abbronzanti che usiamo al mare per proteggerci dal sole e aiutare l’abbronzatura causano il cancro e provocano sterilità negli uomini?

        Ad agosto la notizia di una possibile nocività dei prodotti solari che in estate spalmiamo sulla pelle potrebbe essere seriamente preoccupante. A lanciare l’allarme è un team di ricercatori danesi che ha studiato la composizione dei prodotti che usiamo per proteggerci dai raggi UV e ottenere un’abbronzatura dorata. La notizia pone un dubbio importante e vogliamo capire se quest’estate la nostra salute è messa davvero a rischio dalle protezioni solari o se si tratta di un falso allarme.

        Nel pieno clue del caldo e della bella stagione una delle ambizioni maggiori di chi ama le vacanze estive al mare è senz’altro ottenere un’abbronzatura perfetta. Ma esporsi troppo ai raggi UV, soprattutto nelle ore centrali del giorno, può provocare gravi danni alla salute della pelle e aumentare il rischio di sviluppare tumori come il melanoma. Ecco che quindi diventa indispensabile spalmarsi la crema protettiva.

        Ma se vi dicessero che questi prodotti cosmetici provocano sterilità e contribuiscono allo sviluppo delle cellule cancerogene? Non sapreste più a cosa credere, ovviamente. Proviamo allora a capire quali sono i motivi di queste preoccupazioni e come proteggersi dal sole senza rischi per la salute.

 Allarme sterilità: lo studio danese
        Secondo un recente studio dei ricercatori dell’Università di Copenaghen, guidati dal dottor Niels E. Skakkebek, alcuni agenti chimici contenuti nelle creme solari e negli auto-abbronzanti sarebbero pericolosi per la salute soprattutto del maschio causando un calo della funzionalità spermatica.

        I ricercatori hanno indagato, infatti, 29 dei 31 filtri UV presenti nelle creme solari più usate in Europa e Stati Uniti e, analizzandone l’azione sulle cellule spermatiche, hanno notato come nel 45% dei casi si vada ad attivare un particolare recettore che va a compromettere la funzionalità spermatica e quindi la capacità di fecondazione maschile.

        Questo perché le sostanze usate per bloccare i raggi ultravioletti penetrano all’interno del flusso sanguigno tramite la pelle: nella stragrande maggioranza dei casi, una volta all’interno del nostro organismo imiterebbero l’azione del progesterone, ormone tipicamente femminile che nell’uomo può mettere a repentaglio la sua fertilità.

        In ogni caso si tratta di uno studio ancora in via di sperimentazione e non ci sono al momento certezze a riguardo: quel che è vero è che a parte l’uso di creme solari, per rintracciare le cause dell’infertilità maschile bisogna considerare una serie di altri elementi, come lo stile di vita di un uomo e l’incidenza di altri fattori esterni e interni.

Fonte https://www.money.it/Creme-solari-allarme-tumori-e

27 giugno 2018

La depressione maschile e l’uso dei farmaci nelle donne possono ridurre le possibilità di avere un figlio in coppie non fertili

Secondo uno studio finanziato dal National Institutes of Health, nelle coppie in cura per la fertilità, la depressione dell’uomo potrebbe essere correlata ad una minore probabilità di concepire un figlio.

        L’ autore dello studio Esther Eisenberg, MD, della Fertility and Infertility Branch sostiene che questo studio ha fornito, ai pazienti con infertilità e ai loro medici, informazioni utili per prendere importanti decisioni terapeutiche.

Картинки по запросу La depressione maschile e l’uso dei farmaci nelle donne possono ridurre le possibilità di avere un figlio in coppie non fertili
        I ricercatori dello studio compiuto dall’Istituto nazionale di Salute Eunice Kennedy Shriver, hanno analizzato i dati relativi a 1.650 donne e 1.608 uomini. Lo scopo della ricerca, coordinata da Emily Evans-Hoeker, è riuscire a determinare se la depressione o l’uso di farmaci antidepressivi da parte della futura madre o del padre potessero essere correlati al successo o insuccesso di una gravidanza nel corso dei trattamenti per la fertilità, esclusi quelli in vitro.

        I ricercatori hanno notato come il 41% delle donne sottoposte ai trattamenti per la fertilità avevano sofferto sintomi di depressione, mentre tra gli uomini la percentuale saliva al 50% nel caso dei trattamenti per la fecondazione in vitro. Gli autori hanno preso poi in esame le coppie che non si erano sottoposte alla procreazione assistita, analizzando i due diversi studi precedenti: il primo studio aveva analizzato l’efficacia di due diversi farmaci per l’ovulazione nelle donne che avevano la sindrome dell’ovaio policistico per stabilire una gravidanza.

        Il secondo studio aveva confrontato,invece, l’efficacia di tre farmaci i quali inducono l’ovulazione al raggiungimento della gravidanza e del parto in coppie con infertilità inspiegabile. In entrambi gli studi le donne e gli uomini hanno risposto a un questionario volto a riconoscere i sintomi della depressione. Solo alle donne è stato poi chiesto se fossero in trattamento con antidepressivi.

        I due diversi studi sono stati poi incrociati per analizzare gli esiti dell’interazione tra farmaci, depressione e fertilità.

        I risultati dimostrano che le donne che usavano alcuni tipi di farmaci, hanno evidenziato i ricercatori, avevano una probabilità di incorrere in un’interruzione spontanea di gravidanza nel primo trimestre superiore rispetto a coloro che non usavano antidepressivi. Le coppie in cui l’uomo presentava depressione avevano poi il 60% di probabilità in meno di concepire un figlio rispetto alle coppie in cui l’uomo non era depresso.

Fonte : http://www.stateofmind.it/2018/05/depressione-uomo-fertilita/

26 giugno 2018

Dieta per il concepimento: i cibi sì e quelli no

Fertilità: ecco gli alimenti giusti         In una società dove una coppia su 5 soffre di infertilità (dati OMS), è bene prestare attenzione anche alla dieta per il concepimento. Sono diversi gli studi che indicano un’alimentazione equilibrata quale primo passo per conservare la propria capacità fertile. Una ricerca della Harvard School of Public Health ha scoperto un calo dei problemi di infertilità del 66% nelle donne alla ricerca di un figlio che seguivano una dieta sana. Ecco gli alimenti da privilegiare e quelli da ridurre o da evitare del tutto.

Semaforo verde
         Nella dieta per il concepimento può rientrare sicuramente il salmone. Importanti sono anche le noci e i semi, gli spinaci, frutta e verdura, cereali integrali. Per gli uomini, da assumere a volontà frutti di bosco, agrumi, pesce, pollo e cereali integrali. L’assunzione di antiossidanti – come ciliegie, cioccolato fondente, carote e tè verde – combatte lo stress ossidativo determinato da colesterolo, diabete, fumo, che può danneggiare il processo di spermatogenesi, la produzione di spermatozoi.

Semaforo giallo
         Alcuni dubbi riguardano la carne rossa: i ricercatori dicono che se è stata esposta ad alti livelli di contaminazione ambientale, potrebbe essere rischiosa, ma occorre fare altre ricerche. Nessuna controindicazione per un paio di caffè al giorno, ma le donne che ne consumano più di 5, secondo uno studio danese della Fertility Clinic di Aarhus, avrebbero il 50% di probabilità in meno di ottenere il successo con la fertilizzazione in vitro.

Semaforo rosso
         Nella dieta per il concepimento, sia gli uomini sia le donne dovrebbero cercare di limitare l’apporto di grassi, che si trovano in alimenti lavorati come torte, biscotti e margarine e aumentano il rischio di sovrappeso: nell’uomo i chili di troppo riducono il numero e la motilità degli spermatozoi e aumentano il danno al Dna dei gameti. Nella donna si hanno importanti modifiche a livello follicolare, con alterazione dei livelli di ormoni chiave che possono influenzare negativamente l’ovulazione.

Fonte https://www.bimbisaniebelli.it

19 giugno 2018

La dott. di BioTexCom Mozgovaya Elena dà la Sua panoramica sulla endometriosi

La FIVET

       La FIVET/IVF è il metodo classico di riproduzione assistita ed è una delle tecniche piu’ conosciute e diffuse in tutto il mondo. In questo caso gli ovociti vengono fecondati dagli spermatozoi all’esterno del corpo della donna nel laboratorio con il seguente trasferimento nel corpo della recipiente.



In quali casi e’ indicata?


  • scarsa riserva ovarica
  • malattie genetiche
  • infertilità tubarica
  • infertilità maschile
  • infertilità inspiegata
  • eta’ avanzata dei partner
  • sterilita’

Fasi principali di un ciclo di FIVET:

  • La stimolazione ovarica
        La prima fase di un ciclo di riproduzione assistita è la stimolazione ovarica. Sotto la cura di un medico ginecologo, alla donna/donatrice vengono prescritti farmaci ormonali definiti in modo personalizzato a seconda del caso sotto forma di iniezioni sottocutanee che la paziente può fare anche da sola.

  • Monitoraggio dello sviluppo del follicolo
Похожее изображение        Durante la stimolazione, con l’assunzione delle medicine la risposta ovarica viene monitorata con ecografie transvaginali. Il numero esatto dei follicoli che si sono sviluppati puo’ variare tra i pazienti ed e’ influenzato da diversi fattori (la media circa 10). Lo step finale prima del prelievo degli ovociti prevede un’iniezione di ormone che induce la maturazione finale dell’ovocita (l’HCG) . Dopo 36-38 ore da quest’iniezione avviene il recupero degli ovociti.

  • Recupero degli ovociti
        Il recupero degli ovociti (pick up) avviene 34-36 ore dopo la somministrazione di HCG. E’ una procedura chirurgica che viene eseguita in anesthesia totale. Gli ovociti vengono prelevati per via transvaginale, sotto guida ecografica, utilizzando aghi molto sottili. Dopo l’identificazione, gli ovociti vengono puliti e messi in coltura all’interno di speciali incubatrici .

  • Raccolta del seme
        Il giorno stesso del prelievo degli ovociti viene raccolto il liquido seminale del partner maschile, ma c’e sempre la possibilita’ di utilizzare il materiale congelato in precedenza che viene scongelato sempre il giorno del prelievo degli ovociti. La forma più frequente per ottenere gli spermatozoi è mediante la masturbazione.

  • Fecondazione degli ovociti e della coltura degli embrioni
        Dopo aver ottenuto gli ovociti viene eseguita la fecondazione. La coltura degli embrioni nel laboratorio dura di solito 5 giorni a partire dal giorno del prelievo ovocitario. L’nseminazione può avvenire tramite tecnica FIV convenzionale oppure e’ possibile una forma alternativa di inseminazione chiamata ICSI, che consiste nell’iniettare un singolo spermatozoo in ogni ovocita, anziché essere portati a contatto con l’ovocita in una capsula di Petri. Indipendentemente dal metodo di inseminazione usato, la mattina dopo il prelievo degli ovociti, essi vengono esaminati per verificare se si sono fecondati.

  • Transfer embrionario
        Dopo la coltivazione riuscita, gli embrioni piu’ buoni vengono trasferiti nell’utero. Il trasferimento embrionale è una procedura semplice e indolore che non richiede né anesthesia né ricovero. Gli embrioni vengono inseriti nella cavità uterina attraverso il canale cervicale dal medico ginecologo mediante un sottile catetere. Il corretto inserimento degli embrioni viene confermato dall’ecografia addominale.

  • Test di gravidanza
        Dopo i 14 giorni dal transfer bisogna fare l’esame dell’ormone Beta-HCG. Ovviamente nulla vieta di fare l’esame prima di 14 giorni dopo il transfer, ma è comunque un comportamento inutile perche’ c’è il rischio che l’attività embrionale non sia stata evidenziata e, che il risultato sia falsato. Quando il valore delle beta è positivo, bisogna aspettare due settimane prima di sottoporsi all’ecografia.
 

Quanto è efficace La FIVET?

       Le possibilità di successo possono dipendere da diversi fattori, in particolare dall’età della donna, ma circa il 60% dei nostri pazienti realizzano il loro sogno dopo il primo tentativo di fecondazione in vitro standard.

15 giugno 2018

Inseminazione intrauterina (IUI)

Che cos’è la IUI?
        La IUI è una procedura di PMA di I° livello che rappresenta l’iniezione del seme del partner maschile preparato in laboratorio attraverso il canale cervicale della donna. Tale procedura viene sincronizzata con l’ovulazione della donna.

Картинки по запросу IUIL’IUI e’ indicata nei casi:
-infertilità idiopatica
- lieve endometriosi
- fattore lieve o medio d’infertilità maschile
- presenza di oligo-astenospermia moderata
- eiaculazione retrograda
- vaginismo
        L’inseminazione intrauterina viene raccomandata soprattutto alle coppie, nelle quali non è stata trovata la causa dell’infertilità.

Che cosa comporta l’IUI?
        L’inseminazione intrauterina  è una delle tecniche più utilizzati nel campo della fecondazione assistita.
        Le probabilità di successo con la tecnica IUI  aumentano se l’inseminazione viene combinata con preparazione speciale della donna con farmaci stimolanti follicolari facendo i monitoraggi dal medico curante. L’inseminazione avviene  36-40 ore dopo la somministrazione di ormone follicolostimolante sintetica corionica.
        Il giorno dell’inseminazione prevista, il partner maschile fornisce un campione di liquido seminale che viene sottoposto ad un opportuna lavorazione nel laboratorio per poi essere posizionato direttamente all’interno dell’utero con l’aiuto di un sottile catetere. L’IUI è una procedura indolore che dura pochi minuti.

L’IUI con donatore di sperma?
        A volte l’IUI è effettuata utilizzando lo sperma di un donatore anonimo nelle coppie in cui c’è il fattore maschile negativo.

Gli successi con l'IUI?
        Per alcune coppie, l’ IUI è una forma molto efficace di trattamento, a condizione che lo sperma dell’uomo e le tube della donna sono sani. La percentuale di successo perla IUI è generalmente intorno al 10-15% al ciclo.

Iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi (ICSI)

Che cos’è la ICSI?
Картинки по запросу ICSI          La ICSI è molto simile alla Fivet convenzionale perche i gameti (gli ovuli e gli spermatozoi) vengono raccolti da entrambi partner e fertilizzati in laboratorio, fuori dal corpo della donna. 
          La ICSI rappresenta la procedura di laboratorio in cui viene prelevato un singolo spermatozoo con un ago sottile e viene iniettato direttamente in ogni ovocita. Percio’ per tale procedura sono necessari pochissimi spermatozoi.

Quando fare l’ICSI?
Quando il numero degli spermatozoi è molto basso;
Quando gli spermatozoi non possono muoversi correttamente o hanno altre forme anormali;
Quando lo sperma è stato recuperato chirurgicamente dall’epididimo (MESA / PESA) o dai testicoli (TESE / TESA), dalle urine o a seguito di elettro-eiaculazione;
Quando ci sono alti livelli di anticorpi nel liquido seminale;
Quando ci sono stati i tentativi precedenti di FIVET che non sono andati a buon fine.

Quanto è efficace la ICSI?
      Le possibilità di successo variano tra i pazienti, in particolare a seconda dell’età della donna, ma in media circa il 65% dei pazienti puo’ avere il loro bambino dopo un tentativo di ICSI.

Lo stress riduce la fertilità nelle donne, non quella dei maschi

         Lo stress riduce la fertilità delle donne. Questo, però, non vale per gli uomini. E' quanto emerge da un nuovo studio dell'...