8 ottobre 2018

Lo stress riduce la fertilità nelle donne, non quella dei maschi

I ricercatori hanno seguito 4.769 donne e 1.272 uomini © Ansa         Lo stress riduce la fertilità delle donne. Questo, però, non vale per gli uomini. E' quanto emerge da un nuovo studio dell'Università di Boston pubblicato sull'American Journal of Epidemiology. I ricercatori hanno seguito 4.769 donne e 1.272 uomini che non avevano una storia di infertilità e non avevano cercato di concepire per più di sei cicli mestruali. Gli studiosi hanno misurato lo stress percepito, studiando anche una serie di fattori demografici e comportamentali, la dieta, il sonno e la frequenza dei rapporti sessuali. I ricercatori hanno riscontrato che le donne con punteggi di stress di almeno 25 avevano una probabilità di concepimento inferiore del 13% rispetto alle donne con punteggi inferiori a 10. Il dato era anche più forte tra le donne sotto i 35 anni. Salvi, invece, gli uomini: i ricercatori non hanno trovato un'associazione tra il punteggio di stress maschile e le probabilità di concepimento. Tuttavia le coppie dello studio avevano circa il 25% in meno di probabilità di concepire quando il punteggio di stress maschile era inferiore a 10 e le donne avevano un dato superiore a 20.

Fonte ANSA

3 ottobre 2018

SPERMATOGENESI

          La spermatogenesi avviene nell'epitelio dei tubuli seminiferi dei testicoli (composto da diversi tipi cellulari: le cellule germinali, le cellule del Sertoli e le cellule interstiziali del Leydig) ed è la sequenza di eventi mediante cui i precursori degli spermatozoi, gli spermatogoni (46 cromosomi, diploidi), vengono trasformati in spermatidi (23 cromosomi,aploidi) e successivamente in spermatozoi maturi (23 cromosomi,aploidi).

          Le tappe conclusive di questo processo prevedono l’acquisizione delle caratteristiche morfologiche tipiche dello spermatozoo maturo (testa in grado di penetrare l’oocita; collo in grado di generare energia per il movimento; una coda atta allo spostamento).

          L’intero processo si svolge sotto l’azione di diversi ormoni: FSH ed LH – prodotti dall'ipofisi – e testosterone, prodotto dalle cellule interstiziali del Leydig.

Картинки по запросу spermatogenesi          Una volta prodotti, gli spermatozoi escono dai tubuli seminiferi e vengono convogliati nell'epididimo, in cui – nell'arco dei 12 giorni necessari a percorrerlo – completano la propria maturazione, acquisendo motilità. Vengono quindi immagazzinati sino al momento dell’eiaculazione, durante il quale un uomo emette in media 300 milioni di spermatozoi in volume medio di eiaculato compreso tra i 2 ed i 5 ml. Se questi non vengano eiaculati, con il passare del tempo degenerano e vengono riassorbiti dai dotti deferenti.

          Gli spermatozoi vengono emessi all'esterno in occasione dell’orgasmo, risalendo, nell'ordine: epididimo, dotto deferente ed uretra. Durante questo viaggio, si mescolano al secreto delle ghiandole spermatiche accessorie (prostata, ghiandole seminali e bulbo-uretrali), che ha lo scopo di sterilizzare l’uretra, aumentare la vitalità degli spermatozoi, fornire loro nutrimento (principalmente fruttosio) e garantire loro una migliore lubrificazione e sopravvivenza nelle vie genitali femminili.

2 ottobre 2018

A che età non si possono avere figli

         A che età non si possono avere figli? Le donne se lo domandano sempre più spesso.

         Fisiologicamente è la menopausa il termine naturale della fecondità, ma è dai 35 anni in poi che incomincia il declino della fertilità femminile.

         La modernità, l’impegno crescente delle donne nel mondo del lavoro, le esigenze produttive del genere femminile (che spesso deve farsi professionalmente largo tra gli uomini) hanno, però, spostato molto in avanti l’età delle primipare (cioè l’età della prima gravidanza e del primo parto): molte donne non affrontano la maternità prima dei 30 anni, tante la procrastinano oltre i 35.

A che età non si possono avere figli         Detta precisazione è estremamente importante poiché in molte donne e in tante coppie è invalsa l’idea che la fertilità possa essere sostenuta, favorita e allungata per molto tempo e per chiunque. Non è così! Il corpo umano può essere un limite invalicabile anche per la medicina.

         Pertanto, in linea di principio, la scelta più naturale e rispettosa della umana fisiologia è quella di affrontare l’idea di una gravidanza entro e non oltre i 35 anni.

         Per risponderea questa domanda con certezza bisognerebbe considerare la riserva ovarica della paziente; per altro, se l’aspirante mamma ha superato i 35 anni, questa è una valutazione che incide anche sulla possibilità che la donna rimanga incinta con l’aiuto della medicina.

A CHE ETÀ NON SI POSSONO AVERE FIGLI?

         Si può dire, senza paura di sbagliare, che a 40 anni si riducono considerevolmente le possibilità di rimanere incinta naturalmente perché si riduce progressivamente la riserva ovarica (di follicoli e ovociti) di cui la donna dispone fisiologicamente.

         Durante il congresso Ebart 2018 (Evidence based assisted reproduction technology – Tecnologia di riproduzione assistita basata sull’evidenza) è stata dettagliata una linea guida:
"alle coppie che hanno già affrontato diversi tentativi di PMA omologa con esito negativo, se l’età della donna sia pari o superiore a 43 anni, è giusto prospettare la possibilità di ricorrere alla fecondazione eterologa sfruttando ovociti più giovani."

         A che età non si possono avere figli? Se ti stai ponendo questa domanda perché è da più mesi che infruttuosamente  provi ad avere un bambino, sappi che è buona norma ricorrere al parere del medico dopo 9-12 mesi di tentativi senza successo.

Fonte http://www.vitadamamma.com/180847/a-che-eta-non-si-possono-avere-figli.html

24 settembre 2018

Sintomi e sensazioni dopo il trasferimento embrionale. Cosa indicano?

        Sanguinamenti: le piccole perdite – sempre di entità minore rispetto a una mestruazione – nei giorni successivi al trasferimento embrionale sono normali e solitamente scompaiono nell’arco di due o tre giorni. In genere dipendono dalla canalizzazione attraverso il collo dell’utero. Non devono spaventare: sono assolutamente normali.

Картинки по запросу Sintomi e sensazioni dopo il trasferimento embrionale        Vertigini, fitte, coliche o dolori addominali e lombari: si tratta di disturbi normali dopo il trasferimento embrionale. Nella maggior parte dei casi dipendono dalla stimolazione ovarica prodotta nella donna, in particolare nei casi di fecondazione in vitro con ovuli propri. Possono verificarsi anche in occasione dell’iniezione follicolare o della preparazione al ciclo mestruale. Nel caso delle riceventi di ovuli, le vertigini possono dipendere dal trattamento ormonale. Anche l’ansia che si genera durante questi giorni di attesa può giustificare la sensazione di vertigine.

        Gonfiore e indurimento del seno: si tratta di un sintomo frequente dopo la somministrazione di ormoni che precedono il trasferimento embrionale, nella fattispecie con gli estrogeni e il progesterone. Entrambi possono provocare ritenzione di liquidi e sensazione di gonfiore e pesantezza.

Le sensazioni più abituali

        Oltre ai sintomi fisici, l’attesa dopo il trasferimento embrionale implica anche una forte componente emotiva. I nervi, l’ansia, l’insonnia o la sensazione di instabilità causati dal procedimento e il relativo risultato possono comparire in questi giorni.

        No si consiglia il riposo assoluto, ma si raccomanda di evitare gli esercizi intensi e soggetti a sollecitazioni importanti, come la corsa o il movimento aerobico. La cosa importante è trovare delle attività che ci distraggano e che ci facciano sentire bene.

        Nel caso in cui verifichi una forte inquietudine, è possibile fare ricorso a prodotti naturali come la valeriana o i Fiori di Bach per vivere questa attesa con una maggiore tranquillità.

        L’ideale sarebbe condurre una vita normale, mantenendo l’energia e l’ottimismo naturale rispetto ai giorni che seguono il trasferimento.

21 settembre 2018

Non riesco a rimanere incinta! 5 motivi diversi dalla sterilità

1 - Quando non riesci a individuare l'ovulazione
         Ce l'hanno sempre raccontata molto semplice dicendoci che l'ovulazione avviene circa 14 giorni dopo l'inizio del ciclo mestruale. Questo, però, vale solo se hai un ciclo regolare che dura 28 giorni. In realtà l'ovulazione non avviene 14 giorni dopo l'inizio del ciclo, ma 14 giorni prima dell'arrivo del ciclo successivo. In ogni caso, l'ovulazione può anche avvenire il 10° o il 18° giorno del ciclo mestruale.
         Infatti il ciclo è composto da tre fasi: fase follicolare, ovulazione e fase luteale. La prima è quella variabile mentre le altre due, in assenza di patologie, hanno una durata fissa.
         Una volta nell'utero, l'ovulo ha una vita di 24 o massimo 48 ore mentre lo spermatozoo è in grado di sopravvivere per 36 ore.
Come puoi risolvere il problema?
         Puoi scegliere se affidarti alla temperatura basale o agli stick che rilevano l'ovulazione.
         Una volta individuata l'ovulazione, devi solo individuare il momento migliore in cui avere un rapporto sessuale: questo momento è 4 giorni prima del processo di ovulazione o 4 giorni dopo. Per avere qualche chance in più, inoltre, aumentare l'intensità dei rapporti in prossimità dell'ovulazione: può rivelarsi utile.
         Nel caso in cui l'ovulazione sia irregolare (e così dunque anche il tuo ciclo) o, ancora peggio, non si verifichi, il tuo ginecologo ti prescriverà dei dosaggi ormonali, per poter individuare eventuali squilibri.

2 - Quando hai un'infezione ginecologica
         L'infezione ginecologica è una delle cause più comuni di infertilità momentanea e transitoria.
Spesso si tratta di infezioni silenti, che non danno sintomi oppure ne danno di molto leggeri che vengono presi spesso sottogamba.
         La Candida Albicans è una di queste e, alterando l'ambiente vaginale, potrebbe danneggiare la vitalità degli spermatozoi non consentendo loro di fecondare l'ovulo.
         Il batterio più difficile da individuare però, è sicuramente la Chlamydia. Questo è così potente da provocare un'infezione alle tube di Falloppio che si possono ostruire e persino danneggiare. Ovviamente ciò potrebbe impedire e ostacolare la fecondazione.
Come puoi risolvere il problema?
         Quando si parla di infezioni ginecologiche, ancor prima di parlare di soluzione occorre parlare di prevenzione. Una visita annuale dal ginecologo è essenziale! Se l'infezione viene individuata in tempo infatti, può essere risolta tramite l'impiego di una terapia antibiotica.
Se invece l'infezione ha provocato danni come, per esempio l'occlusione delle tube, l'unica soluzione è quella di ricorrere a un'operazione per sanare la situazione e alla fecondazione assistita per diventare madre.

3 - Quando hai le ovaie capricciose...
         Le ovaie, in tutto il processo riproduttivo, hanno il compito più importante e delicato che è quello di produrre la materia prima necessaria al concepimento: gli ovuli.
         Esistono due casi in cui le ovaie fanno i capricci e non funzionano come dovrebbero: un'insufficienza ormonale o una cisti ovarica.

L'insufficienza ormonale 
         Sono veramente molti gli ormoni che influiscono sul funzionamento delle ovaie. Basta che uno solo di questi ormoni non funzioni correttamente perché il processo di ovulazione venga ostacolato.
Come puoi risolvere il problema?
         Il tuo ginecologo, prescrivendoti il dosaggio ormonale (che si effettua tramite un normalissimo prelievo del sangue), può individuare un eventuale malfunzionamento.
         Nella maggior parte dei casi, il tutto si risolve con una terapia ormonale integrativa da effettuare per un periodo di tempo limitato.

La cisti alle ovaie
         Di solito la cisti provoca dolori addominali alla donna ma, qualora fosse asintomatica, il ginecologo se ne accorgerà tramite l'ecografia pelvica effettuata nella visita di controllo annuale.
Come puoi risolvere il problema?
         La cisti alle ovaie è molto comune ma non è sempre la colpevole della momentanea infertilità. In ogni caso viene rimossa con facilità tramite un intervento chirurgico.

4 - ... o l'utero capriccioso
         Quando è l'utero a presentare il problema, di solito la fecondazione avviene ma l'embrione non riesce a impiantarsi.
         Dopo la fecondazione, l'embrione arriva nell'utero che, grazie agli ormoni della gravidanza che aumentano, si ricopre di una mucosa (l'endometrio) e si annida.
         Ci sono diverse patologie che però possono impedire il processo di annidamento dell'embrione: l'endometriosi, una cisti all'utero o una malformazione uterina che impedisce all'embrione di impiantarsi.
         Perché questo problema venga a galla bisognerà ricorrere a degli esami specifici come l'isteroscopia o la video-laparo-chirurgia.
Come puoi risolvere il problema?
         A seconda del problema e dell'entità dello stesso, il ginecologo potrà prescrivere una cura farmacologica e, eventualmente, effettuare anche un intervento chirurgico.

5 - Quando hai problemi di peso
         Non ti aspettavi che la tua fertilità passasse anche attraverso la bilancia vero? E invece è proprio così.
         Un peso eccessivo o la troppa magrezza infatti, possono ostacolare il concepimento.
         Il fatto è che le riserve di grasso del corpo sono estremamente utili alla produzione degli estrogeni (gli ormoni femminili): le donne obese si ritrovano con un eccesso di estrogeni, mentre le donne troppo magre hanno un livello di ormone insufficiente. Questi squilibri ormonali provocano anche un ciclo mestruale irregolare.
Come puoi risolvere il problema?
         Prima di ricorrere a una terapia farmacologica ormonale, sarebbe il caso di cercare di tornare a un peso normale. Nella maggior parte dei casi, infatti, il ritorno al peso forma permette al ciclo mestruale di tornare regolare e si riattiva, così, anche la fertilità della donna.

Fonte https://www.donnamoderna.com/mamme/rimanere-incinta/motivi-sterilita

20 settembre 2018

Come aumentare la fertilità maschile

          Quando si parla di infertilità, purtroppo, ancora oggi la tendenza è quella di associare tale condizione alla donna e al suo apparato riproduttivo. In sostanza, se il bebé non arriva il dito si "punta" nella maggioranza dei casi contro la donna. Invece, non è così raro che l'infertilità sia univoca e di origine maschile.

          Recenti indagini hanno confermato che, oggi, il 15% delle coppie in età riproduttiva sono infertili. Ovvero, si fa fatica a concepire sia che si tratti del primo figlio (infertilità primaria), sia che si parli del secondo (infertilità secondaria).

          Nel 25% di questi casi, l'infertilità è da attribuire all'uomo. Ricordiamo, inoltre, che l'infertilità è diversa dalla sterilità. La prima, infatti, consiste nella riduzione della capacità di procreare dell'uomo e può essere dovuta sia a una produzione di spermatozoi insufficiente al concepimento, sia a una minore qualità degli spermatozoi (poco mobili o morfologicamente inadatti o, ancora, geneticamente alterati). La sterilità, invece, consiste nell'assenza di eiaculazione o nella mancanza completa di spermatozoi.

Infertilità maschile: le cause più comuni
          L'infertilità maschile può avere davvero numerose cause: dalla genetica ai traumi, passando per infezioni uro-genitali e malattie sessualmente trasmissibili come, per esempio, il Papilloma virus (anche per questo motivo, si consiglia di vaccinare i maschi adolescenti contro l'HPV).

          Dunque la prima cosa da fare quando si desidera un bebé, è senz'altro tenere monitorato lo stato di salute e curare eventuali infezioni "al maschile" o malattie sessualmente trasmissibili. Anche infezioni batteriche o malattie virali di diverso tipo (per esempio, una semplice influenza curata male) possono alterare sia la quantità di spermatozoi prodotti, sia la loro qualità.

Stile di vita
Похожее изображение          Lo stile di vita è fondamentale quando si cerca di concepire. Infatti, si tratta di una delle variabili più importanti da tenere in considerazione. E questa regola vale sia per la donna, sia per l'uomo.

          Dunque, prima di tutto è bene ridurre o abolire le cattive abitudini come il fumo e l'abuso di alcolici. Per quanto riguarda il consumo di alcol, sono particolarmente interessanti i risultati di un recente studio, dal titolo “Habitual alcohol consumption associated with reduced semen quality and changes in reproductive hormones; a cross-sectional study among 1221 young danish men”.

          Secondo questa ricerca, infatti, sarebbero a rischio di infertilità (per riduzione degli spermatozoi) gli uomini abituati a consumare cinque o più unità di alcol a settimana (un'unità corrisponde a un bicchiere di vino o di birra).

          Nemmeno sul fumo, inoltre, vi sono dubbi: fumare altera evidentemente il DNA cellulare, influendo dunque anche sulla qualità degli spermatozoi. Infine, attenzione alle fonti di calore che agirebbero in modo deleterio sul livello di fertilità maschile (per esempio, pantaloni o biancheria intima troppo stretti).

Alimentazione
          La dieta, come accade per la salute in generale, ha un'influenza determinante sulla capacità di procreare sia maschile, sia femminile. Recenti studi hanno evidenziato una correlazione tra alimentazione ricca di cibi grassi (grassi saturi, dunque "cattivi) e infertilità maschile.

          Invece, per aumentare la fertilità maschile, è consigliata una dieta ricca di vegetali e di cibi fonte di acidi grassi essenziali (Omega 3, grassi "buoni") come pesce azzurro, frutta secca, olio EVO e semi oleosi.

Intensificare l'attività sessuale
          Più rapporti sessuali si hanno, più sperma si produce. E migliore è anche la sua qualità, come hanno dimostrato numerosi studi. Il numero minimo di rapporti settimanali consigliati è due (ma l'ideale sarebbe averne ogni giorno quando si cerca un bebé):

          Se si desidera un bambino, quindi, è importante sì considerare i giorni del picco ovulatorio per avere rapporti ma è altresì determinante favorire la produzione di spermatozoi attraverso una piacevole attività sessuale continuativa e costante.

Fonte https://www.donnamoderna.com/mamme/rimanere-incinta/come-aumentare-fertilita-maschile

19 settembre 2018

10 cibi e consigli per aumentare la fertilita'

         Dire no al fumo e al cibo spazzatura è un primo passo per rafforzare l'organismo e per incrementare la fertilità. Si parla ormai anche di una vera e propria dieta della fertilità, basata soprattutto su cibi ricchi di vitamina C, acido folico, ferro e omega 3. Ecco alcuni consigli utili per migliorare la fertilità, a partire da un'alimentazione più sana e da uno stile di vita senza stress.

1) Maca
fertilita consigliLa maca è conosciuta anche come ginseng peruviano e viagra peruviano. Viene utilizzata per il trattamento di problemi di fertilità e inoltre avrebbe proprietà afrodisiache. Si tratta dunque di un rimedio naturale per favorire il concepimento, utile sia agli uomini che alle donne. Trovate la maca in erboristeria sotto forma di estratto secco o liquido e di compresse. La dose da assumere è variabile. Chiedete maggiori informazioni al vostro erborista di fiducia.

2) Carote
Le carote stimolano la fertilità maschile e migliorano la qualità dello sperma. A renderlo noto è una ricerca condotta di recente ad Harvard. Gli esperti hanno osservato che il consumo di carote e di frutta e verdura di colore arancione e giallo sarebbe in grado di incrementare la qualità dello sperma del 10%. Sembra proprio che un'alimentazione di questi tipo possa essere utile per rendere gli spermatozoi più rapidi ed attivi, soprattutto grazie all'azione di contrasto dei radicali liberi data dagli antiossidanti di cui questi alimenti naturali sono ricchi.

3) Cavoletti di Bruxelles
I cavoletti di Bruxelles potrebbero rivelarsi molto preziosi per la fertilità sia maschile che femminile e per le coppie che desiderano avere un bambino. Infatti studi recenti hanno sottolineato l'importanza nutrizionale di questo alimento. I cavoletti di Bruxelles sono ricchi di acido folico, essenziale per un ottimo sviluppo del feto. Contengono vitamine che aiutano a migliorare la quantità degli spermatozoi e la loro capacità di raggiungere l'utero e diindolimetano, una sostanza in grado di equlibrare il livello di estrogeni e di incoraggiare la fertilità.

4) Pomodori
I pomodori sarebbero in grado di aumentare la fertilità maschile. Secondo uno studio condotto di recente negli Stati Uniti, il licopene, un antiossidante molto importante presente nei pomodori, potrebbe incrementare la conta degli spermatozoi fino al 70%. Spesso, secondo gli esperti, si ritiene che la mancanza di fertilità sia un problema soprattutto femminile, ma nella maggior parte dei casi la causa del mancato concepimento risiederebbe nella scarsa funzionalità e qualità dello sperma.

5) Frutta secca
La frutta secca è considerata tra gli alimenti essenziali per un'alimentazione che favorisca la fertilità. Il consiglio è di scegliere frutta secca e semi oleaginosi nella forma cruda - dunque, non tostati - per beneficiare del loro contenuto di zinco, omega 3 e vitamina E. Gli omega 3, in particolare, sono ritenuti fondamentali nella dieta per favorire la fertilità, soprattutto per quanto riguarda gli uomini.

6) Vitamina C e antiossidanti
Al pari degli omega 3, un corretto apporto di vitamina C e di antiossidanti nella propria alimentazione viene considerato fondamentale per favorire la fertilità. Si consiglia dunque di consumare frutta e verdura particolarmente ricca di questi elementi nutritivi, come carote, agrumi, kiwi, peperoni, fragole, lamponi, mirtilli, melograni, uva, pompelmi e i già citati pomodori.

7) Ovulazione
Quali alimenti scegliere nei giorni dell'ovulazione? Il consiglio degli esperti è di seguire una dieta ricca di vitamina del gruppo B e di zinco. Lo zinco aiuta la divisione cellulare e stimola la produzione di progesterone. È inoltre utile scegliere cibi ricchi di vitamina C, che potrebbe svolgere a propria volta un ruolo significativo nella produzione di questo ormone e di cui sono ricchi i follicoli dopo l'ovulazione.

8) Mestruazioni
Anche durante le mestruazioni è importante seguire una dieta corretta, che possa essere d'aiuto in quei giorni e nelle fasi successive del ciclo. Gli esperti consigliano di assumere cibi ricchi di ferro, che per quanto riguarda il mondo vegetale è presente soprattutto nei legumi e negli ortaggi a foglia vede scuro. Per incrementare l'assorbimento del ferro di provenienza vegetale, il suggerimento è di consumare, ancora una volta, alimenti ricchi di vitamina C e di arricchire la dieta con peperoni, pomodori, broccoli, kiwi e agrumi.

9) Cibo spazzatura
Evitate il cibo spazzatura ad ogni costo. La fertilità maschile si preserva a partire dalle scelte alimentari e secondo uno studio recente il consumo eccessivo di grassi saturi e di cibo confezionato e da fast food può provocare conseguenze negative sulla qualità degli spermatozoi. Dimentichiamo il junk food e scegliamo soprattutto alimenti naturali per aumentare la fertilità e mantenerci in salute, come frutta fresca, verdura, legumi, frutta secca e cereali integrali.

10) Smog e sigarette
Numerosi fattori possono influire sulla fertilità sia maschile che femminile, compresi lo smog e il fumo di sigaretta. Per quanto riguarda lo smog, trasferirsi in una zona meno inquinata rappresenta il sogno di molti. Se ne avete la possibilità, riscoprite la vita in campagna e, in qualsiasi luogo viviate, impegnatevi per smettere di fumare. Pesticidi, gas di scarico e stili di vita scorretti, infatti, stanno mettendo a repentaglio la fertilità di ragazzi e uomini ancora giovani, almeno in base alle ricerche più recenti.

Fonte https://www.greenme.it/mangiare/alimentazione-a-salute/13446-fertilita-cibi-consigli

Lo stress riduce la fertilità nelle donne, non quella dei maschi

         Lo stress riduce la fertilità delle donne. Questo, però, non vale per gli uomini. E' quanto emerge da un nuovo studio dell'...