16 luglio 2018

Infertilità di coppia: si comincia da lui

         Quando si cerca un bebè, di solito i medici suggeriscono di aspettare almeno un anno prima di cominciare a effettuare i controlli per identificare eventuali ostacoli al concepimento. A quel punto, gli esperti consigliano di cominciare con l’aspirante papà. Ma per quale ragione, visto che l’infertilità o l’ipofertilità della coppia è di origine maschile nel 35% dei casi, la stessa percentuale di quella femminile? Perché le indagini previste per l’uomo sono meno invasive e meno costose di quelle per la donna.

Primo step, l’analisi del liquido seminale: spermiogramma e spermiocoltura
Картинки по запросу Infertilità di coppia: si comincia da lui         Due sono gli esami raccomandati per controllare la fertilità maschile, lo spermiogramma e la spermiocoltura. Il primo consiste nell’analisi di un campione di liquido seminale per determinare se la concentrazione degli spermatozoi è normale o inferiore alla norma. Si parla rispettivamente di normozoospermia e oligozoospermia. Ci sono poi la criptozoospermia, che è una carenza grave di spermatozoi e l’azoospermia, che è l’assenza di spermatozoi. Viene determinata inoltre la motilità delle cellule, cioè la loro capacità di spostarsi per risalire le vie genitali femminili e fecondare l’ovocita, e la presenza di alterazioni nella forma degli spermatozoi, che possono comprometterne la funzionalità.

         Astenozoospermia è il termine utilizzato per indicare una motilità al di sotto della norma, mentre la teratozoospermia è una presenza rilevante di spermatozoi difformi. Lo spermiogramma serve anche a valutare alcune caratteristiche generali dell’eiaculato che influiscono sulla probabilità di concepimento: il volume, la viscosità e il grado di acidità. L’esame va ripetuto due volte a una distanza minima di sette giorni l’una dall’altra. La spermiocultura, basata anch’essa sull’analisi di un campione di liquido seminale, serve invece a diagnosticare eventuali infezioni batteriche asintomatiche. Se non vengono curate prontamente, possono cronicizzare e danneggiare il liquido seminale, ossidando e frammentando il DNA degli spermatozoi.

L’importanza di un corretto stile di vita
         Diversi fattori possono essere all’origine di una ipofertilità maschile. Per esempio, può trattarsi di una causa genetica, di un’infezione silente trascurata e cronicizzata o di un varicocele, una patologia del sistema vascolare dei testicoli. Altri elementi che influiscono sono l’obesità, l’età avanzata, l’abitudine al fumo, il consumo eccessivo di alcolici, l’utilizzo di biancheria e indumenti molto attillati, che mantengono troppo elevata la temperatura dei testicoli. Evidenziato il problema, in alcuni casi è possibile risolverlo con una terapia farmacologica. Si ricorre agli antibiotici se la causa è infettiva, agli ormoni, oppure agli antiossidanti in altre circostanze. Un eventuale varicocele può essere corretto chirurgicamente, ma l’intervento ha una buona efficacia solo se l’uomo ha meno di 30 anni.

Fonte http://www.dolceattesa.com

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